Tunisia
Tunisia
(a cura di Angelo Lerro)
Dalla storia antica alla colonizzazione
I ritrovamenti piĆ¹ antichi rinvenuti nellāodierno territorio tunisino, datati 40.000 a.C., manifestano la presenza in zona di una cultura centrata quasi esclusivamente sul binomio raccoglitore-cacciatore. Pare che la prima colonizzazione della Tunisia sia da rintracciare dalla migrazione delle popolazioni sahariane, spinte dal lento processo di desertificazione della zona. La societĆ mutĆ² profondamente dopo la colonizzazione fenica, databile al XI secolo a.C., e la quasi contemporanea immigrazione italica, iberica e greca. Dalla fondazione di
Cartagine (814 a.C.) la potenza fenicia riuscƬ in pochi decenni a dominare il Mediterraneo occidentale; ben presto Cartagine entrĆ² in conflitto con la nascente potenza romana. Le due cittĆ si fronteggiarono in tre celeberrime guerre (guerre puniche 264-146 a.C.), dove si alternarono personaggi epici quali Annibale, Messalla e Scipione, al termine delle quali Cartagine scomparse di fatto come soggetto politico e Roma ammise sia territori cartaginesi che dei suoi alleati, sancendo la sua definitiva egemonia.
I territori tunisini divennero presto fra i possedimenti di maggior rilievo e perfettamente integrati nella cultura romana. La provincia dāAfrica infatti oltre ad essere snodo fondamentale per i commerci nel Mediterraneo divenne anche il granaio dellāimpero garantendo un continuo rifornimento di frumenti. Proprio durante il dominio romano nelle cittĆ tunisine si diffuse il
Cristianesimo, in effetti Cartagine divenne uno dei piĆ¹ importanti crocevia per la diffusione della fede cristiana. Nel corso del IV e V secolo la provincia africana subii le pressioni, come nel resto dellāimpero, delle popolazioni confinanti: prima i Mauri e successivamente i Vandali. I Vandali, popolazione germanica e di religione ariana, attraversarono gran parte dellāImpero Romano dāOccidente, fino a superare lo stretto di Gibilterra e stanziarsi sulle coste africane, e fondando un regno autonomo. Il dominio vandalo in Africa fu perĆ² presto scalzato dagli ambiziosi progetti
dellāimperatore dāOriente Giustiniano, il quale grazie alla valente operazioni militari del generale Belisario, conquistĆ² importanti parti di ex province romane, fra cui Cartagine 532 d.C. Per circa due secoli quindi la lāarea fu sotto lo stabile controllo dellāimpero romano dāOriente e quindi di cultura greco-cristiana fino allāinvasione mussulmana.
Le spedizioni arabe-mussulmane non ebbero perĆ² in Tunisia, almeno inizialmente, gli effetti desiderati, le dinastie mussulmana riuscirono a sconfiggere i bizantini solo negli ultimi decenni del VII d.C. La prima dinastia regnate fu quella Omayyade sostituita poi da quella Aglabidi, formalmente dipendente dal califfato abbaside. In questi anni i territori tunisini conobbero un periodo di importate fioritura economica e culturale e funsero da base portuale per la successiva conquista della Sicilia. Fino ad allora sunnita, la Tunisia fu guidata nel corso del IX secolo da una dinastia sciita, i Fatimidi, poi sostituiti da loro vassalli che diedero vita alla dinastia Zaride. Il territorio perĆ² rimase conteso per molti decenni fra varie dinastie mussulmane, intramezzato, in questo periodo di instabilitĆ , anche dalla conquista da parte del Regno normanno-siculo di importanti cittĆ della costa tunisina. La partita decisiva perĆ² per il controllo dellāarea si giocĆ² nel corso del XVI secolo fra lāimpero spagnolo e lāimpero ottomano. Alla fine prevalse questāultimo, che dovette perĆ² difendersi dai tentativi di conquista di Francia e Inghilterra.
Istanbul non riuscƬ quasi mai ad ottenere un pieno controllo sulla zona dovendo nel tempo concedere sempre piĆ¹ spazi di autonomia a Tunisi. Da segnalare a tal proposito lāimportante opera di
Ahmad I Bay che permise al territorio di emanciparsi sempre di piĆ¹ dal sultanato; Ahmad I Bay ottenne la possibilitĆ di coniare moneta propria, armare un esercito indipendente e i suoi successori si spinsero fino allāadozione di una costituzione nel 1861. Lāautonomia durĆ² poco perchĆ© sullo stato africano si avventarono Italia, Francia ed Regno Unito, le quali attraverso pressioni militari e finanziarie di fatto controllavano parte rilevante della politica tunisina. Dopo una serie di manovre che contrapposero Francia e il neonato Regno dāItalia, la repubblica francese prevalse - attraverso un piĆ¹ abile sfruttamento della debole classe politica tunisina - Ā
e instaurĆ² nel 1881 un Protettorato francese in Tunisia. La fievole opposizione tunisina si infranse contro lo strapotere della potenza coloniale francese. La totale dipendenza dalla Francia si ebbe perĆ² con il Trattato di Marsa che di fatto imprigionava in una morsa finanziaria-debitoria Tunisi rendendola praticamente una colonia francese.
Indipendenza
Fin da i primi anni del XX secolo si diffuse fra la popolazione un marcato sentimento antifrancese e nazionalista, votato alla creazione di un ordinamento basato sulla libertĆ ed uguaglianza raggiungibile attraverso la conquista dellāindipendenza dalla Francia (fra i vari movimenti I Giovani Tunisini-1907). Il governo coloniale osteggiĆ² duramente tale sentimento attraverso lāimposizione di divieti di stampa indipendentista e la repressione armata. Nel ventennio fra le due guerre mondiali nacquero in Tunisia moderni partiti politici aventi pressochĆ© tutti come punto programmatico il necessario raggiungimento dellāindipendenza e la modernizzazione del paese. La mobilitazione nella popolazione crebbe notevolmente fino a portare allāorganizzazione di importanti manifestazioni nel
biennio 1937-38, le quali furono duramente represse dal governo coloniale attraverso numerosi arresti anche dei capi politici e attacchi diretti nei confronti della folla.
Il leader di del partito
Neo-Dustūr,
Bourguiba, venne arrestato e incarcerato in Francia per poi essere liberato dai nazisti, dopo Ā la conquista di Parigi, che a loro volta lo consegnarono agli italiani. Bourguiba perĆ² decise di non collaborare con le potenze dellāasse e preferƬ appoggiare gli alleati. Al termine della guerra fĆ¹ fondato
lāUnione Generale Tunisina del Lavoro (UGTT), sindacato che appoggiĆ² e promosse le mozioni indipendentiste e nazionaliste. Il governo francese si mostrĆ² a piĆ¹ riprese possibilista alla concessione dellāindipendenza ma si tirĆ² altrettante volte indietro per via di pressioni interne allāopinione pubblica francese; tale quadro provocĆ²Ā altro malcontento nella societĆ tunisina, che portĆ² ad una vera e propria lotta armata. I numerosi attacchi alle postazioni francesi e le pressioni dellāopinione pubblica tunisina riuscirono nel 1954-55 a dare impulso ad un graduale processo per lāacquisizione dellāautonomia dal governo coloniale;
nel 1956 lāelezione di una Assemblea Costituente sancƬ il definitivo raggiungimento dellāindipendenza.
La Francia instaurĆ² una monarchia costituzionale che perĆ² durĆ² solo pochi mesi; lāAssemblea Costituente abolƬ la monarchia a favore della forma repubblicana ed elesse come primo Presidente tunisino Bourguiba. I primi anni repubblicani videro la promulgazione della Costituzione nel 1959 e la contemporanea costruzione degli apparati governativi. Lāordinamento si andava configurando sulla falsa riga degli stati socialisti dellāest europeo quindi basati sullāesistenza di un partito-unico. Da unāiniziale statalizzazione dellāeconomia il presidente preferƬ puntare ad una parziale liberalizzazione dellāeconomia che garantƬ una, seppur limitata, crescita economica; la sostanziale stasi economica e le contemporanee proteste universitarie condussero il paese in uno stato di profonda tensione, Ā che favorƬ la nascita di ideologie islamiste. Tutto ciĆ² unito anche alle precarie condizioni del Presidente, condussero
Ben Ali (ministro degli interni e primo ministro) a deporre Bourguiba e sostituirsi a lui nel 1987, manovra, si ritiene, appoggiata ed orchestrata dal governo italiano.
La rivoluzione dei Gelsomini e i fatti piĆ¹ recenti
La presidenza Ben AlƬ nei suoi primi anni fĆ¹ caratterizzata da una timida modernizzazione istituzionale, come dimostra lāampliamento dellāarco partitico nonchĆ© dalla riforma della carica presidenziale. Il presidente mantenne perĆ² fortemente il potere nelle sue mani anche attraverso azioni intimidatorie nei confronti delle nascenti opposizioni. Ben Ali si conferma al potere anche dopo lāallargamento delle elezioni per la presidenza ai capi degli altri partiti. La presidenza, iniziata nel 2009, si connotĆ² fi da subito da importanti contestazioni, per via del diffuso mal contento riguardo il contesto socio-economico in cui versava il paese. Le manifestazioni di piazza furono duramente represse dalla polizia anche attraverso lāutilizzo di armi da fuoco,
causando la morte di 25 manifestanti nel weekend del 8-9 gennaio 2011. Le contestazioni aumentarono e costrinsero il Presidente a numerosi interventi e dichiarazioni che non sortirono perĆ² le conseguenze sperate: la popolazione ormai voleva superare il regime di Ben AlƬ. Il Presidente decise infatti di fuggire in Arabia Saudita aizzando perĆ² la polizia governativa contro
esercito - che si ĆØ sempre rifiutato di usare la forza nei confronti dei manifestanti - e la popolazione sperando di preparare il campo ad una contro-rivoluzione, che mai avvenne. Nasce a questo punto un governo di unitĆ nazionale guidato da Ghannouchi volto a traghettare il corpo elettorale verso nuove elezioni, ma il clima di violenza non cessĆ² del tutto costringendo il presidente alle dimissioni e sostituito poi da Essebsi. Le elezioni si svolsero nellāottobre del 2011 e videro trionfare il partito islamico moderato di
Ennahda, appoggiato dalla Turchia.
Il parlamento licenziĆ² nel 2014 una nuova Costituzione.
Il percorso democratico ĆØ stato connotato da importanti riforme a tutela dei diritti civili Ā ma anche del resto da una difficile situazione economica. Se i progressi democratici appaiono evidenti ĆØ altrettanto impossibile non notare come le condizioni socio-economiche risultino peggiorate rispetto al regime di Ben AlƬ. A partire dal 2020 i tunisini hanno cominciato a manifestare una certa insofferenza rispetto le istituzioni statali anche per via di una quasi insostenibile disoccupazione giovanile pari al 36%. Su un quadro economico giĆ particolarmente fragile si ĆØ abbattuta poi la pandemia da
COVID-19 che oltre ad un drammatico numero di vite a sollevato lāiceberg di malcontento della popolazione. Alla crisi economica e sanitaria si ĆØ aggiunta poi quella politica avente come protagonista il
Presidente Saied (costituzionalista e politico indipendente) il quale applicando una norma costituzionale, di cui non sono del tutto chiari i confini prescrittivi, ha avocato a se la maggior parte dei poteri dello Stato per, a detta sua, riformare il paese e proteggere la democrazia; i poteri erano in gran parte detenuti da uomini del partito maggioritario Ennahda, fra cui il primo ministro
Mechichi. Pare che tale manovra presidenziale sia stata fortemente appoggiata dal governo francese: il partito Ennahda, ĆØ alleato di Erdogan sulle coste africane; in tal senso lāintervento francese ad escludere Ennahda dal governo deve vedersi in funzione antiturca.
Ad oggi non ĆØ agevole comprendere se le azioni di Sied siano riconducibili ad un colpo di stato o meno, sarĆ necessario attendere i prossimi sviluppi.
Ordinamento costituzionale, economia e ambiente
La nuova costituzione del 2014 ha mutato considerevolmente lāimpianto istituzionale tunisino. In primis puĆ² sostenersi che la nuova costituzione rientri nel
genus di quelle iperazionalizzate in quanto pochissimi sono i passaggi istituzionali non dettagliatamente descritti in costituzione; spesso il motivo che soggiace a scelte del genere ĆØ una generale sfiducia nella classe politica la quale in sistemi costituzionali del genere non gode di ampi spazi di autonomia (file:///C:/Users/angel/Downloads/OlivettiCostituzionetunisinadel2014estratto%20(1).pdf). I principi ordinatori da cui traggono origine le norme costituzionali sono i buona sostanza due:
- Il potere della maggioranza ĆØ sottoposto sia a controlli interni alle istituzioni ā attraverso lāattribuzione di specifici poteri alle opposizioni ā che controlli di organi esterni come la Corte costituzionale.
- Triangolo costituzionale: si tratta di un repubblica semipresidenziale e il vertice del governo ĆØ presidente della Repubblica che nomina il Primo ministro ed detiene importanti poteri dāintervento; ma la sua carica a differenza che in passato puĆ² durare massimo per due mandati, impendo cosƬ presidenti-dittatori. Inoltre il Parlamento, rispetto alla costituzione precedente, ha visto aumentate le proprie prerogative e attribuzioni.
Il tentativo dei costituenti era quello di imbrigliare i partiti ad una necessaria cooperazione fra di loro per evitare scatti in avanti in natura autoritativa.
I problemi economici alla base dei rivolgimenti politici del 2011 non sono stati risolti, in particolare la disoccupazione giovanile e il divario tra aree piĆ¹ e meno sviluppate. Questa situazione, cui si aggiunge un incremento dei prezzi dei beni alimentari, ĆØ alla base delle proteste di piazza e degli scioperi, si ĆØ ulteriormente aggravata per via della pandemia di COVID-19 nel 2020.
Lāinflazione ĆØ in buona parte dovuta al deprezzamento del dinaro, che ha reso inoltre piĆ¹ pesante il finanziamento del debito pubblico (http://www.deagostinigeografia.it/wing/schedapaese.jsp?idpaese=177). Nonostante questo lāeconomia tunisina rimane la piĆ¹ florida dellāarea. Lāimperiosa crescita economica degli anni novanta (5% annuo) ha permesso una complessiva maturazione della struttura economica al punto che ad oggi essa appare adeguatamente diversificata.
I settori trainanti sono quello esportazioni agroalimentari e il turismo - italiano e francese - che contribuisce considerevolmente al PIL del paese; settore quello turistico in grande difficoltĆ in quanto ad una tendenziale decrescita dovuta agli attentati terroristici si deve sommare le note conseguenze da COVID-19.
Come la maggior parte delle aree desertiche o pre-desertiche la Tunisia ĆØ una delle zone a piĆ¹ alto rischio per via del riscaldamento globale: si prevede una aumento della temperatura medie invernali di 2,5 gradi e di quasi 4 gradi nella stagione estiva, previsioni terrificanti se si pensa alla giĆ scarsa presenza di terreni coltivabili del territorio tunisino. Lāaumento delle temperature e la conseguente desertificazione crea un altro importante problema alla popolazione tunisina: lāaccesso allāacqua. Del resto anche in questo caso il territorio tunisino ĆØ giĆ storicamente luogo di stress idrico per via delle ridotte precipitazioni. Tutto ciĆ² delinea un quadro preoccupante sul quale deve tenersi alta lāattenzione della comunitĆ internazionale.
Aumento delle temperature tra lāaltro non sono causate direttamente dal popolo tunisino, il quale contribuisce in maniera irrisoria allāinquinamento mondiale ma ne subisce conseguenze molto gravi.
SocietĆ e diritti umani
La societĆ tunisina appare piuttosto omogenea in quanto le due etnie prinicipali, quella araba e berbera, sono perfettamente amalgamate. La lingua ufficiale della Repubblica ĆØ lāarabo per quanto fra la popolazione ĆØ anche largamente diffuso il francese; da segnalare anche il lāarabo-tunisino lingua informale utilizzata dalla popolazione. Anche da un punto di vista religioso ĆØ facile riscontare una quasi totale omogeneitĆ nella fede mussulmana (98%). Storicamente una rilevante comunitĆ ebraica ha vissuto sul territorio tunisino vivendo pacificamente con la maggioranza mussulmana. Solo in etĆ contemporanea, durante la guerra dei 6 giorni (https://www.treccani.it/enciclopedia/tag/la-guerra-dei-sei-giorni/), le tensioni nei confronti dei tunisini di religione ebraica aumentarono causandone lāemigrazione nello stato dāIsraele.
La situazione del rispetto dei diritti umani in Tunisia appare sicuramente positiva se comparata a quella delle nazioni vicino, ancor di piĆ¹ rispetto ad altri stati africani. Detto ciĆ² anche nel paese dei gelsomini numerose e gravi sono le violazioni dei piĆ¹ elementari diritti civili. La giustizia sta attraversando un periodo di transizione, connotata da decenni di controllo e sottoposizione allāesecutivo. In particolare la magistratura per anni ha coperto le violenze e soprusi della polizia; in primis le violenze, torture ed omicidi avvenuti durante la rivoluzione del 2014. Blogger e giornalisti denunciano spesso di essere stati sottoposti a ingiustificati processi solo per aver criticato lāoperato delle forze dellāordine.
Le critiche piĆ¹ feroci nei confronti delle polizia di stato afferiscono alle modalitĆ con cui āplacanoā le manifestazioni della cittadinanza, attraverso violenza, intimidazioni e arresti arbitrari (https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2019-2020/medio-oriente-e-africa-del-nord/tunisia/).
Per quanto concerne i diritti delle donne la societĆ tunisina vive profonde contraddizioni. Oltre ad un intuibile differenza fra cittĆ e zone rurali, sebbene molte donne ricoprano incarichi molto importanti, le discriminazione sono ancora molto diffuse:
oltre ad una sotto rappresentazione in Parlamento numerosissime sono le denunce per violenza domestica nonchĆ© radicata ĆØ lla discriminazione salariale sul posto di lavoro. Spostandosi sul versante dei diritti della comunitĆ LGBT plus la situazione ĆØ tuttāaltro che rosea. Basta in tal senso lanciare uno sguardo al codice penale tunisino del 1913 (ancora in vigore) laddove i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso sono ritenuti atti osceni e contro la morale pubblica e punibili con la reclusione fino a 3 anni. I sondaggi sulla popolazione dipingono un quadro non molto incoraggiante, infatti la maggior parte dei tunisini sƬ definisco contrari ai matrimoni omossessuali e una parte di loro ritengono che gli appartenenti alla comunitĆ LGBT plus dovrebbero subire punizioni corporali a fini rieducativi.
Fortunatamente grazie a forti pressioni provenienti dalle maggiori cittĆ tunisine e dalla comunitĆ internazionale pare si stia aprendo la strada per lāottenimento della depenalizzazione dei reati contro lāomosessualitĆ (
https://vociglobali.it/2021/02/22/tunisia-la-lotta-degli-lgbt-per-decriminalizzare-lomosessualita/)
Bibliografia
https://www.ilpost.it/2021/07/28/crisi-politica-tunisia-motivi/
https://www.limesonline.com/tunisia-crisi-istituzionale-saied-golpe-ennahda/124428?prv=true
https://www.notiziegeopolitiche.net/tunisia-crisi-istituzionale-e-politica-tra-democrazia-pandemia-e-flussi-migratori/
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