(a cura di Martina Leigheb)
Il tema della migrazione si lega indissolubilmente a quello dei confini e delle frontiere, spesso genericamente intesi come linee ideali che delimitano il territorio di ciascuno stato. Il migrante, infatti, diventa tale quando valica i confini del proprio territorio o della propria nazione. La globalizzazione mette in discussione sempre più l’idea classica di confine quale limite della sovranità statale, basti pensare al ruolo di non-luogo assunto da internet e a come il cyberspazio superi il concetto di confine legato ad un elemento fisico-geografico. Eppure, proprio in questo momento storico si torna a parlare con forza dei confini e della loro protezione, la quale assume un’importanza tale da giustificare la costruzione di nuovi muri e recinzioni, in Europa e nel mondo. In questo contesto è interessante andare a ricercare l’origine dei concetti di confine e frontiera e ragionare su una delle loro conseguenze a livello culturale: l’identificazione di un Altro distante da Sé.Fonti e Approfondimenti
Fornari, Linee di confine: filosofia e postcolonialismo, 2011. Savino, La crisi dei confini in Europa, Rivista trimestrale di diritto pubblico, 2016, https://www.academia.edu/28591523/La_crisi_dei_confini_in_Europa_Rivista_trimestrale_di_diritto_pubblico_2016_ https://www2.worldgovernance.org/IMG/pdf_Balibar__Democratizzare_le_frontiere_03._2_Nouveaux_roles_des_etats_et_democratisation_du_territoire_.pdf https://comune-info.net/laltro/ http://www.master-territorio-environment.it/wp-content/uploads/2015/12/Dario-Gentili-Confini-frontiere-muri.pdf
Conoscere è resistere!
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di Sara Massimi
Tra il 17 e il 18 maggio 2021, in quasi 24 ore, circa 8 mila persone sono entrate nell’enclave spagnola di Ceuta, punto finale della rotta del Mediterraneo occidentale, per richiedere asilo in Europa. Lì migliaia di migranti hanno cercato di superare l’unica frontiera che unisce l’Africa all’Europa rischiando l’ipotermia e la morte. Solo nei primi 6 mesi del 2021 sono stati registrati 13.483 arrivi lungo la rotta del Mediterraneo occidentale ma i dati, offerti da FRONTEX e dal Ministero
Secondo il report “Missing migrants” dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), il Mediterraneo centrale è sempre più mortale a causa dell’assenza delle navi ONG e di navi di ricerca e soccorso dei governi europei. Attualmente, le operazioni di soccorso sono spesso svolte dalle autorità libiche e tunisine e il report evidenzia come, per il secondo anno consecutivo, vi sia un aumento dell’attività dei Paesi nordafricani: sono 23.117 le persone recuperate nei primi sei mesi del 2020, mentre sono 31.500 le persone
Oggi andiamo ad esplorare il nord della Francia, a neanche tre ore dalla capitale, a Calais, una città apparentemente uguale al resto delle città francesi. Da sei anni a questa parte Calais è però diventata un porto d’arrivo per migliaia di rifugiati che sognano le coste inglesi. Le condizioni in cui vengono accolti e costretti a vivere sono uno scandalo dal punto di vista della dignità umana, denunciato a più riprese da organizzazioni umanitarie in tutta Europa. Le polemiche crescono
Dopo mesi di respingimenti sistematici al confine fra la Croazia e la Bosnia, migliaia di richiedenti asilo sono costretti a sopravvivere nelle gelide foreste bosniache. L’Ufficio dell’Alto Rappresentante per i Rifugiati delle Nazioni Unite ha dichiarato: “L’ufficio è allarmato per la frequenza crescente con cui i rifugiati e i richiedenti asilo vengono espulsi e respinti alle frontiere terrestri e marittime dell’Europa, e chiede agli Stati di indagare e fermare queste pratiche” Effettivamente, i numeri e gli incessanti casi che continuano
Il Nagorno-Karabakh una regione perennemente contesa fra due stati, Armenia ed Azerbaijan, si è ritrovata nuovamente la protagonista principale di una guerra durata quarantaquattro giorni.
Il Karabakh (in azero Karabakh “giardino nero”) è una regione sita nella Transcaucasia, senza sbocco sul mare e facente parte dell’Altopiano Armeno. Più precisamente, si trova a sud-est della catena montuosa del Caucaso minore tra i fiumi Kura e Araz. Il territorio è diviso in due parti: una pianeggiante chiamata Basso Karabakh e l’altra montuosa, teatro di guerra nell’ultimo secolo, ovvero il Nagorno Karabakh. Gli albori Le prime tracce storiche di insediamento nel territorio risalgono al IV secolo a.C. quando
In quattro anni di presidenza, Donald Trump non ha mai fatto mistero delle sue intenzioni di chiudere definitivamente la frontiera con il Messico, a sud degli Stati Uniti. La costruzione del muro che separa questi due Paesi, già iniziata negli anni ‘90, è stata infatti uno dei punti saldi della sua campagna elettorale. Questa prevedeva l’implementazione della barriera per impedire l’immigrazione dall’America Latina, con un forte impatto sulle risorse economiche e ambientali, nonché sui diritti umani. A livello mediatico la
Tra le grandi crisi umanitarie del nostro tempo quella che coinvolge i Rohingya del Myanmar è tra le meno conosciute. Pur avendo acquisito rilevanza sulla scena internazionale solo nel 2017, le violenze e le discriminazioni che hanno costretto più di un milione e mezzo di persone al dislocamento forzato in Bangladesh hanno origini lontane, facendo tristemente conquistare ai Rohingya la denominazione di “minoranza più perseguitata al mondo”. Clandestini nel proprio paese Le origini dei Rohingya sono contese e da sempre
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