Egitto

EgittoĀ  Ā 

(A cura di Angelo Lerro)

Storia fino ai primi del ā€˜900

Le terre dā€™Egitto sono unanimemente considerate le zone in cui ĆØ nata la civiltĆ  umana moderna; la foce del Nilo infatti rappresenta lo spicchio occidentale della cosiddetta mezzaluna fertile. Prima della formazione di uno stato unitario egizio, le terre attraversate dal Nilo erano caratterizzate, come similmente del resto i territori del vicino oriente, da una parcellizzazione del potere politico. Lā€™antico stato, come ĆØ comunemente conosciuto, nasce dallā€™unione fra lā€™Alto e Basso Egitto (3150 a.C. ā€“ 2700 a.C) e la susseguente incorporazione delle entitĆ  politiche minori. Nei secoli successivi numerose furono le dinastie e le forze che si alternarono alla guida dal Regno dā€™Egitto, alternando periodi di assoluto splendore e ricchezza a tempi di decadimento e carestia, si pensi in questo senso che il regno dā€™Egitto ĆØ sopravvissuto, come entitĆ  quasi sempre indipendente, eccezion fatta per le conquiste degli Hyksos, numidi e Assiri, per circa 25 secoli. In questi due millenni e mezzo il potere si ĆØ mosso dal centro alla periferia a seconda della capacitĆ  delle dinastie di creare intorno a sĆ© appartenenza politica e culturale. I popoli egizi, per quanto fossero sempre stati in contatto con le altre culture mediterranee, nel tempo si fecero portatori di una cultura e di una organizzazione sociale del tutto staccata da quelle dei popoli limitrofi. Negli ultimi secoli del primo millennio a.C. lā€™Egitto, per quanto mantenesse indici di sviluppo sia culturali che economici fra i piĆ¹ alti nel bacino del Mediterraneo, fu oggetto di conquista prima da Alessandro Magno, dalla cui morte nacque la dinastia Tolemaica, e poi da Roma nel 30 a.C. ad opera di Ottaviano Augusto.Ā  La conquista dellā€™Egitto fu di grande prestigio per il nascente Impero Romano, essendo quelle terre considerate come nobili e avanzate, si pensi, a tal proposito, che Alessandra Dā€™Egitto era la seconda cittĆ  per abitanti, preceduta dalla sola Roma. Dopo lā€™annessione allā€™Impero, lā€™Egitto seguƬ le vicende di questā€™ultimo compresa la sua divisione in oriente e occidente, appartenendo a quella orientale. CiĆ² che caratterizzĆ² lā€™Egitto e le sue genti nei primi secoli del millennio fu sicuramente la diffusione prima e la stratificazione poi del cristianesimo; lā€™apostolo ed evangelista Marco infatti predicĆ² proprio ad Alessandria spargendo il verbo di Cristo, fondando cosƬ una delle prime comunitĆ  cristiane nellā€™Impero. Nei decenni a seguire il cristianesimo si diffuse sempre di piĆ¹ fra la popolazione egizia, tanto da rendere il capoluogo dā€™Egitto uno dei principali centri di diffusione del cristianesimo, come dimostra la fondazione della celebre Scuola catechetica di Alessandria. La chiesa di Alessandria, e conseguentemente le sue genti, rimasero uniti nella fede con le altre chiese cristiane del tempo rispetto alla natura unitaria, divina e umana, di Cristo; con il concilio di Caledonia del 451, nel quale si affermĆ² la natura duale di Cristo (la natura divina e la natura umana, non unā€™unica perfetta) Alessandria, insieme ad altre chiese dā€™oriente, si separĆ² dalla Chiesa romano-greca dando vita allo scisma Copto, confessione tuttā€™ora largamente maggioritaria nel cristianesimo egiziano. Lā€™Egitto nel VII secolo diviene oggetto delle mire espansionistiche degli Arabi, rinnovati nella nuova fede mussulmana, che in poco piĆ¹ di un decennio consolidarono il loro dominio sulle terre del Nilo. Da qui in avanti lā€™Egitto fu sempre sotto il diretto controllo, o con forme piĆ¹ o meno indipendenti, di popoli mussulmani. Si alternarono varie dinastie di califfi dai Tulunidi ai Mammelucchi (aristocrazia militare egizia), passando per Fatimidi e Abbassidi, durante le quali i territori egizi fiorino e sfiorirono a seconda della centralitĆ  che i sovrani diedero alla regione. Durante questa lunga dominazione islamica, lā€™Egitto cambiĆ² radicalmente: la lingua, la religione e la cultura egizie furono sostituite in modo piĆ¹ o meno forzato dai corrispettivi arabi. Lā€™Egitto sotto gli imperi/stati islamici oltre a trovarsi ridimensionato nella sua vocazione culturale ed economica si immerse completamente nel tessuto arabo/ medio-orientale che manterrĆ  fino ai giorni dā€™oggi. Dopo un breve periodo di ritrovata centralitĆ , grazie alla dinastia dei Mammelucchi, che rese Il Cairo, da piccola cittĆ  ad una delle piĆ¹ importanti cittĆ  del mondo islamico, lā€™Egitto fu conquistato nel 1517 dalla futura forza egemone della regione, i Turchi ottomani.Ā  Il periodo ottomano si contraddistinse per una serie di lotte intestine fra lā€™antica aristocrazia militare dei Mammelucchi, appoggiati dal clero egizio, e dai i vari rappresentanti dei sovrani ottomani. Il potere era perennemente in bilico dallā€™una o dallā€™altra parte con il risultato che verso la fine del XVIII secolo le grandi potenze cominciarono a vedere il Nilo come il ventre molle dellā€™impero Ottomano. Il primo a muoversi in tal senso fu, allā€™epoca generale, Napoleone Buonaparte. Nel 1798 invase e conquistĆ² lā€™Egitto, comportando lā€™intervento diretto di Istambul supportato dal Regno Unito, dal quale derivĆ² la nuova annessione allā€™impero del territorio egiziano, che divenne sotto il comando di Mehmet AlƬ vicereame con il nome di Chedivato di Egitto (vicereame dā€™Egitto). La crescente indipendenza del vicereame egizio creĆ² le condizioni per un diretto scontro con il sultano di Istambul, essendo Mehemet AlƬ voglioso di sottomettere sia la Siria che lā€™Anatolia. I conflitti passarono alla storia come le guerre egizio-ottomane che videro contrapporre lā€™impero ottomano, alleato degli inglesi, e il vicereame egizio alleato dei francesi. La guerra si conclusione con un ridimensionamento dellā€™Egitto a favore di Istambul e di Londra. Negli anni successivi, connotati da una forte industrializzazione e dellā€™intensificazione dei traffici commerciali-marittimi, l'Egitto divenne del tutto dipendente, da un punto di vista economico, dalle potenze europee, in particolare Francia ed Reno Unito. Dipendenza economica che ebbe come contro altare un irrigidimento dellā€™Egitto nei confronti delle cancellerie europee, le quali dopo lā€™apertura del canale di Suez (1869), ritennero di non poter piĆ¹ sopportare le ostilitĆ  del Cairo; il Regno Unito, insofferente per la poca collaborazione economica egizia, a piĆ¹ riprese sollecitĆ² un cambio di atteggiamento della classe politica egiziana, che mai avvenne, portando Londra ad occupare militarmente Il Cairo nel 1882. Fino al 1914 formalmente lā€™Egitto rimaneva una provincia di Istambul, sotto il controllo britannico, ma con lo scoppio della prima guerra mondiale e lā€™alleanza dellā€™impero ottomano con Austria-Ungheria e Germania, lā€™Egitto divenne un protettorato dellā€™impero britannico e prese il nome di Sultanato dā€™Egitto.

Storia contemporanea ed attualitĆ Ā  Ā  Ā  Ā  Ā Ā Ā 

Dopo la prima guerra mondiale e dopo una lunga lotta contro le autoritĆ  britanniche, lā€™Egitto divenne formalmente indipendente (Regno dā€™Egitto) sebbene Londra mantenne il controllo militare del paese. Lo status quo rimase inalterato, compresa la parentesi della seconda guerra mondiale, fino al regno di Faraq, caratterizzato da un sempre maggiore malcontento nei confronti dellā€™occupazione britannica. La monarchia egiziana era ritenuta interessata piĆ¹ alle esigenze degli alleati inglesi che ai bisogni del proprio popolo, che sommata alla sconfitta contro Israele del 1948 e alla diffusa corruzione del governo creĆ² i presupposti per la futura rivoluzione egiziana. Protagonista della rivoluzione fu il generale Naguib, esponente dei Liberi Ufficiali, che dopo numerose rivolte ad Il Cairo e la volontĆ  del re Faraq di annullare le elezioni per il futuro governo, promosse il golpe del 22 luglio (il golpe fu solo anticipato essendo stato programmato per i primi di agosto). Personaggio centrale della rivoluzione e delle future vicende della da poco fondata Repubblica dā€™Egitto, fu il colonnello Gamal Abd al-Naser (Nasser), eletto presidente nel 1956, il quale avviĆ², giĆ  nei primi giorni del suo mandato, il processo di nazionalizzazione del canale di Suez. Pochi mesi dopo, in risposta allā€™attacco diretto agli interessi franco-britannici, le due potenze europee occupano il canale e bombardano la capitale egizia. Pochi giorni prima del bombardamento Israele invase la penisola del Sinai ma le due super-potenze, URSS e USA imposero ai tre stati attaccanti di porre fine al conflitto. I decenni successivi furono caratterizzati da un sostanziale permanente stato di guerra nei confronti di Israele e dallā€™avvicinamento allā€™Urss. Alla morte di Nasser gli succede al-Sadat, che morirĆ  in un attentato terroristico nel 1981. Il nuovo presidente Mubarak, manterrĆ  il potere fino al 2011 fino a che le pressioni, dovute alle numerose proteste diffuse in tutto il mondo arabo - la c.d. primavera araba - lo costrinsero alle dimissioni; governo, quello di Mubarak, connotato in politica estera da un avvicinamento costante agli Usa e alla fine delle ostilitĆ  formali con Israele. Eventi quelli del 2011 che incidono ancora oggi sul presente dellā€™Egitto. Attualmente il presidente della Repubblica egiziana ĆØ Abel Fattah al-Sisi.Ā  Al-Sisi, dopo il golpe da lui provocato, divenne molto popolare nellā€™opinione pubblica egizia tanto da venir considerato Salvatore della patria; il tutto ĆØ confermato dalle percentuali bulgare (96%) avute alle elezioni presidenziali del 2014. La presidenza di al-Sisi ĆØ caratterizzata dal rafforzamento del sistema Egitto, in particolare i pilastri economici del paese, attraverso la conferma degli storici legami che lā€™Egitto aveva con Russia e Cina; inoltre il presidente pose fra le sue assolute prioritĆ  quella di garantire unā€™armonia confessionale e di combattere il radicalismo terroristico islamico. Rilevante per gli osservatori internazionali ĆØ il grave e profondo deterioramento della salvaguardia dei diritti umani avvenuto negli ultimi anni del regime in Egitto; i principali nemici del governo sono i vecchi o presunti sostenitori del destituito ex presidente Morsi. Ormai comuni sono le pratiche di tortura, intimidazione ed ĆØ stata reintrodotta la pena capitale.Ā  Da un punto di vista di posizionamento estero lā€™Egitto, dopo la raggiunta indipendenza, si allineĆ² con gli altri stati islamici nella lotta ad Israele e nel conseguente appoggio allā€™Urss. Negli anni lā€™Egitto, da Mubarak in poi, ĆØ progressivamente passato invece da uno stato nemico di Israele allo stato medio-orientale piĆ¹ vicino alle esigenze di Tel-aviv (oggi Gerusalemme) potendo contare cosƬ sullā€™appoggio di Washington nei rapporti con il vicino estero.Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā Ā 

Ordinamento dello stato, economia e risorse

Successivamente al golpe del 1952 e la deposizione di re Faraq lā€™Egitto ĆØ devenuto una repubblica araba e socialista. La costituzione, differentemente dai vicini arabi, vieta partiti su base confessionale (art. 74) e afferma solennemente che lā€™Egitto debba essere retto da un governo civile, sembrerebbe nel senso sia di non-religioso che non-militare (https://www.oasiscenter.eu/it/quale-egitto-nella-nuova-costituzione).Ā  Per quanto concerne i diritti previsti in costituzione, con la riforma del 2013, il ruolo della donna nella societĆ  egiziana appare migliorato attraverso un ampiamento e una formale totale equiparazione agli uomini (art 11). Afferendosi invece allā€™impianto istituzionale, esso vede al vertice il presidente della Repubblica, dotato di notevoli poteri, unico vero leader del governo. Il governo puĆ² essere sfiduciato per il suo operato dallā€™Assemblea del popolo che, insieme al consiglio Consultivo, esercita il potere legislativo. Storicamente perĆ² lā€™istituzione che si ĆØ posta davvero come contrappeso al fortissimo potere concesso al presidente ĆØ stata la magistratura, attraverso lā€™operato della corte costituzionale. Lā€™Alta Corte egiziana, come disciplinato dal preambolo della Costituzione, ha il potere di interpretare liberamente le norme statali; negli anni infatti, la corte si ĆØ dimostrata capace di incidere sulle fondamenta della societĆ  egiziana, annoveranto tradizionalmente fra i suoi membri personaggi di spicco del mondo liberale egiziano. Per quanto concerne il quadro economico, lā€™Egitto risulta essere il terzo paese per prodotto interno lordo del mondo arabo, preceduto solo da Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Lā€™economia egiziana si concentra, come del resto per il dato demografico, lungo la valle del Nilo, dove ad oggi padroneggia ancora lā€™agricoltura, infatti ben 32 milioni di egiziani sono occupati in questo settore. Concentrandosi invece sul settore industriale questo, per quanto si possa ritenere molto piĆ¹ avanzato rispetto quello degli altri stati africani, risulta ancora poco sviluppato e in linea di massima arretrato nelle tecnologie utilizzate. Importanti sono i giacimenti di materie prime che permettono allā€™Egitto di rendersi quasi totalmente indipendente sul piano energetico. CiĆ² che invece premia, dal 2000 in poi, l'economia egiziana ĆØ la capacitĆ  di attrazione turistica che ha garantito nuove entrate allo stato nonchĆ© posti di lavoro. Lā€™Egitto risulta comunque essere uno stato in cui le condizioni economiche delle maggior parte dei lavoratori rimangono precarie, si pensi che il reddito annuo medio ĆØ di circa 10.000 dollari, e che il tasso di occupazione ĆØ del 43%.Ā  Spada di Damocle sullā€™economia egiziana ĆØ la quasi totale inoccupazione femminile che, abbinata a un difficilmente sostenibile tasso di alfabetizzazione, prossimo solo al 75%, fotografa gli ancora importanti deficit economici del paese del Nord Africa (https://progettoforma.eu/wp-content/uploads/2018/01/scheda-egitto.pdf).

Geografia e ambienteĀ 

Lā€™Egitto si presenta come dominato integralmente dal Sahara e dal fiume che lo fende. Il Nilo divide il Sahara nella parte libica, che corrisponde a piĆ¹ della metĆ  dellā€™intero territorio egiziano, e nella parte orientale (deserto roccioso) che separa il Nilo dal Mar Rosso (https://www.globalgeografia.com/africa/egitto.htm). Come la storia insegna, il destino sociale ed economico dellā€™Egitto ĆØ legato a doppio filo con quello del Nilo e alle vicende atmosferiche e climatiche ad esso connesse. Lā€™Egitto rientra nella sempre piĆ¹ folta schiera di stati che per via del loro posizionamento geografico rischiano di subire gli effetti dei cambiamenti climatici nonchĆ© dei gravi mutamenti economici e sociali ad essi connessi. Lā€™aumento delle temperature e le conseguenti siccitĆ  mettono a rischio il delicato ecosistema del delta del Nilo. Il tempo comincia a scarseggiare, si consideri a questo proposito che entro il 2050 le terre coltivabili del delta del Nilo si dovrebbero ridurre del 15%. La desertificazione e la conseguente ariditĆ  dei terreni, per unā€™economia ancora fondata sui prodotti della terra risulta determinante per comprendere uno dei motivi di emigrazione degli egiziani (http://www.asianews.it/notizie-it/Cairo,-i-cambiamenti-climatici-mettono-a-rischio-la-fertilit%C3%A0-del-delta-del-Nilo-45677.html).

Ā Popolazione, religioni ed etnie

Lā€™Egitto con quasi 97 milioni di abitanti ĆØ il terzo paese piĆ¹ popoloso dā€™Africa e il primo del mondo arabo. La popolazione ĆØ molto giovane considerando che circa il 54 % degli egiziani ĆØ minore di 24 anni (https://progettoforma.eu/wp-content/uploads/2018/01/scheda-egitto.pdf). Per via delle guerre contro Israele, della diffusa disoccupazione e delle carestie tipiche delle zone desertiche, fin dagli anni ā€˜60 il popolo egiziano ĆØ stato costretto ad emigrare verso i paesi piĆ¹ ricchi del Mediterraneo e nei piĆ¹ prosperi paesi del golfo Persico.Ā  Gli Arabi-egiziani sono di gran lunga il gruppo etnico dominante in Egitto contando circa il 95% della popolazione, altre etnie perĆ² vivono nella valle del Nilo. In primis la storica popolazione dei Nubiani, abitante lā€™alto Nilo e alcune comunitĆ  tribali di Begi. Numerosa, nelle zone del Sahara, ĆØ la presenza di berberi Amazingh. Lā€™Egitto inoltre risulta essere uno degli stati con il maggior numero di rifugiati politici al mondo, essendovi residente una folta comunitĆ  di palestinesi (circa 70.000) e di iracheni (150.000) e sudanesi (200.000); a questā€™ultimi ĆØ il caso di prestare maggiore attenzione. Il Sudan fu attraversato da due sanguinose e lunghe guerre civile, ultima terminata nel 1998, che unite alle numerose carestie, hanno portato miglia di sudanesi a spostarsi verso il vicino Egitto. Per quanto essi detengono lo status di rifugiati, subiscono dure e reiterate forme di violenza fisica da parte della polizia di frontiera, la quale secondo Human Rights Watch, dal 2007 avrebbe sparato ed ucciso 50 rifugiati sudanesi fra cui donne e bambini; spesso inoltre, i rifugiati sudanesi, non hanno accesso agli aiuti sanitari nĆ© tantomeno allā€™educazione per i minorenni. Venendo alle religioni diffuse sul territorio egiziano, indubbiamente la piĆ¹ popolare ĆØ quella mussulmana che si aggira a tassi di diffusione prossimi allā€™85 %. Prescindendo da sparute minoranze religiose sul territorio, fra cui quella ebraica, la minoranza religiosa piĆ¹ rilevante ĆØ quella cristiano copta, la quale, nonostante una formale protezione in costituzione ha subito negli anni svariate forme di discriminazione (https://it.insideover.com/religioni/convivenza-religioni-egitto.html); i cristiani copti hanno molte piĆ¹ difficoltĆ , rispetto ai connazionali mussulmani, ad esercitare diritti fondamentali fra cui lā€™accesso alle cariche pubbliche ed allā€™istruzione. I fedeli copti hanno subito negli ultimi decenni gravi forme di violenze e soprusi, in particolar nel 2011 si registrano due gravi eventi: il giorno di capodanno, in seguito allā€™esplosione di unā€™autobomba di matrice terroristica, morirono 21 fedeli; qualche mese dopo, il 9 ottobre, durante delle manifestazioni organizzate dai copti, contro il governo reo di non tutelarli adeguatamente dalle molteplici violenze subite, lā€™esercito, al fine di sedare dei presunti tumulti, ĆØ intervenuto causando la morte di 24 persone ed il ferimento di altre 200. Prassi ormai consolidata ĆØ quella dellā€™autoritĆ  governative distrettuali di complicare o del tutto invalidare le pratiche per la costruzione di nuove chiese; su piĆ¹ di 5000 richieste solo poco piĆ¹ di 200 hanno avuto lā€™autorizzazione.

Ā Diritti Umani

Dopo la primavera araba, con il susseguirsi dei vari poteri al vertice del paese e la successiva definitiva vittoria di al-Sisi, lā€™Egitto ĆØ entrato in una pericolosissima spirale di violenza e soprusi a carico dei vari soggetti deboli della societĆ . Stando ai rilevamenti del Onu, lā€™Egitto si colloca al 115Ā° posto mondiale per quanto attiene allā€™indice di sviluppo umano (https://it.qwe.wiki/wiki/List_of_countries_by_Human_Development_Index). Numerosi a tal proposito sono i rilevamenti e le denunce delle maggiori organizzazioni internazionali che si occupano della difesa dei diritti umani. Per comprende quale sia la situazione egiziana di oggi, bisogna partire dalla visione di chi detiene il potere a vario titolo nel paese, per cui ogni persona o associazione che sembri opporsi al regime deve essere messa a tacere o fatta scomparire. Non stupisce come quindi, in particolar modo con la presidenza di al-Sisi, i diritti politici siano stati profondamente depauperati e resi non esercitabili; ĆØ profondamente limitato, attraverso arresti arbitrari della polizia e pratiche di tortura, il diritto di riunione e di libera espressione. Le autoritĆ  accusano gli oppositori politici di terrorismo a cui corrispondono processi iniqui e detenzione in carceri mal tenute ed in cui vigono regole medievali. CiĆ² che emerge con chiarezza ĆØ lā€™uso diffuso di varie forme di intimidazione volte a scoraggiare gli esponenti politici, ma anche i semplici giornalisti, dal porre interrogativi sullā€™operato del governo e dei suoi rappresentanti - ormai di uso comune ĆØ lā€™utilizzo di pratiche di tortura e omicidi da parte della polizia o militari. Il clima politico ĆØ sempre piĆ¹ esasperato da continui interventi presidenziali volti a modificare le discipline che regolano la magistratura e i partiti politici; dallā€™agosto del 2018 il governo puĆ² sciogliere arbitrariamente partiti indipendenti, impendendo cosƬ la costruzione di qualsiasi forma di opposizione legale al regime. Inoltre di altrettanta gravitĆ  ĆØ lā€™allargamento della giurisdizione dei tribunali militari, divenuti insieme a i neo-tribunali straordinari, il verso fulcro del potere giudiziario in Egitto. Tribunali caratterizzati da procedimenti sommari e fortemente influenzati da pressioni governative, laddove vengono considerati attendibili testimoni che hanno subito torture od altre forme di pressioni psicologiche. Ancora in Egitto ad oggi risulta difficilissimo esercitare il lavoro di giornalista ā€“ eccezion fatta per i giornalisti filo-governativi. A conferma di ciĆ² intimidazioni, arresti e omicidi sono allā€™ordine del giorno. Esempio del contesto in cui sono costretti a lavorare i giornalisti che operano in Egitto ĆØ lā€™assassinio del dott. Giulio Regeni, colpevole, per le autoritĆ  egiziane, di indagare sullo stato in cui versavano i sindacati egiziani sotto il regime. Sindacati che negli anni hanno perso sempre piĆ¹ i loro diritti di rappresentanza e di libera espressione. Le associazioni sindacali indipendenti infatti, non sono riconosciute e, per questo motivo, risultano oggetto di vessazioni da parte della polizia egiziana. Lā€™aspirale di violenze non pare fermarsi e si aggiunge alle storiche questioni tipiche dei paesi del medio-oriente. I diritti delle donne sono quasi del tutto inibiti, come si evince sia dal tasso di occupazione femminile - fra i piĆ¹ basi del bacino del Mediterraneo - sia dalle reiterate violenze subite. Non vi ĆØ infatti un sistema giudiziario e di polizia in grado di poter ricevere le denunce: basti pensare che quando le donne sono messe nella condizione di denunciare sono sottoposte a test volti ad appurare la loro verginitĆ . Pratiche diverse, ma che sottendono la stessa mentalitĆ  patriarcale, sono gli abusi subiti dalla comunitĆ  LGBT, le autoritĆ  perseguono penalmente persone legate alla comunitĆ  LGBT e utilizzano su di loro visite anali o test volti a determinare lā€™orientamento sessuale (https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2019-2020/medio-oriente-e-africa-del-nord/egitto/).

Bibliografia

https://www.limesonline.com/egitto-al-sisi-legge-immunita-militari-fondo-sovrano-nazionalita-investitori/107815 https://www.limesonline.com/egitto-sinai-riconquista-al-sisi-chimera/109789 https://www.limesonline.com/egitto-unione-europea-migranti-al-sisi-bruxelles/108843 http://www.deagostinigeografia.it/wing/schedapaese.jsp?idpaese=055 https://www.treccani.it/enciclopedia/egitto_res-d1a792bf-a826-11e2-9d1b-00271042e8d9_%28Atlante-Geopolitico%29/ https://progettoforma.eu/wp-content/uploads/2018/01/scheda-egitto.pdf https://www.hrw.org/middle-east/n-africa/egypt

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