In questa puntata di LMTalks, continuiamo a seguire gli sviluppi delle proteste dei contadini indiani ed a discutere della peculiarità della situazione della comunità Sikh.
Nostro ospite è Jaspreet Singh, Vicepresidente della Sikhi Sewa Society – una Onlus nata “con l’intento e la volontà di costruire un ponte tra i valori della cultura Sikh, di quella italiana e di tutte le altre presenti in Europa”.
Jaspreet è nato in India ma si è trasferito in Italia che era ancora un bambino ed attualmente è uno dei membri più infaticabili della diaspora Sikh, incarnando pienamente uno dei valori fondamentali della loro cultura: l’opporsi alle ingiustizie al fianco dei più deboli.
Questo precetto è anche alla base, come ci spiega Jaspreet durante l’intervista, del coinvolgimento della comunità Sikh in prima linea nelle proteste dei contadini indiani attualmente in corso.
Gli stessi infatti, non sono solo tra i promotori delle rivolte ma sono anche coloro che prestano assistenza di ogni genere ai manifestanti – fornendo loro cibo, assistenza medica, beni di prima necessità – tramite le loro associazioni di volontariato.
Prima di addentrarci nel tema del ruolo ricoperto dai Sikh nelle proteste però, ripercorriamo con Jaspreet le tappe che hanno portato allo scoppio delle rivolte ed alla violenta repressione governativa – che non ha risparmiato anche star di Hollywood del calibro di Rihanna, che aveva rilanciato l’hashtag #FarmersProtest in supporto ai manifestanti, portando così le proteste all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale.
A causa del blocco di internet imposto dal governo indiano infatti, non è per nulla semplice per la società civile occidentale reperire notizie attendibili ed aggiornate sugli sviluppi recenti delle proteste e soprattutto sugli abusi e le violenze messe in atto dal governo per reprimere il dissenso.
Jaspreet ci offre dunque un’occasione unica per riuscire comunque a mantenere i riflettori accessi sulla situazione odierna in India – che, ricordiamo per dovere di cronaca, perdura da fine settembre senza che il governo abbia mai acconsentito ad incontrare i manifestanti per aprire un canale di dialogo – e per denunciare il sempre maggiore aggravarsi della repressione governativa, nel quasi assoluto silenzio della comunità internazionale.
Grazie al suo attivismo quale esponente della diaspora poi, riusciamo a fare un breve excursus storico-politico di quali siano stati i motivi alla base delle secolari tensioni tra la comunità Sikh ed il governo centrale indiano, che è arrivato a bollarli di essere “terroristi” pur di mantenere il controllo quasi esclusivo e diretto delle risorse del Punjab – il più ricco e fertile stato indiano e patria originaria dei Sikh. Queste tensioni sono spesso sfociate in violenze e sono alla base di una discriminazione istituzionalizzata, della quale parleremo più approfonditamente in futuro.
In ultimo, discutiamo insieme di cosa sta facendo attualmente la diaspora per supportare attivamente le proteste dei contadini, di quale sarà il loro futuro e del contributo che la società civile in Occidente può dare affinché le rivendicazioni di migliaia di persone vengano udite e le violazioni che il governo indiano pone in essere nei confronti dei suoi cittadini per difendere una riforma agraria fortemente voluta dalle multinazionali occidentali, vengano condannate e giustamente sanzionate.
Cogliamo l’occasione per invitare tutti a far sentire la loro vicinanza ai contadini che stanno manifestando ininterrottamente da più di sei mesi – in condizioni umanamente difficili e sottoposti ad ogni tipo di vessazione – condividendo e diffondendo notizie utilizzando l’hashtag internazionale #FarmersProtest. In questo modo il dibattito verrà quotidianamente alimentato, i riflettori in Occidente rimarranno accesi ed i manifestanti si sentiranno meno soli a combattere contro un interesse economico che mette il profitto di fronte ad ogni standard minimo di rispetto dei diritti umani.
Noi di Large Movements, in collaborazione con la Sikhi Sewa Society, continueremo a seguire da vicino gli sviluppi delle proteste ed a tenervi aggiornati.
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