LE PERSONE TRANS UCRAINE SONO VITTIME INVISIBILI DEL CONFLITTO

L’invasione russa ai danni dell’Ucraina ha impattato sulla vita di milioni di persone. L’impatto, tuttavia, non è stato avvertito da ogni fetta della popolazione in maniera eguale. 

Già nei primi giorni del conflitto abbiamo assistito a casi di razzismo nei confronti di cittadini africani ed altre persone nere in fuga, a cui dedicheremo un articolo a parte. 

Oggi ci vogliamo concentrare su di un’altra categoria sociale che sta pagando un prezzo altissimo a seguito dello scoppio del conflitto: le persone trans ucraine che già ben prima di questo febbraio vivevano una condizione difficile all’interno dell’Ucraina, che non si è mai distinta come nazione aperta e tollerante nei confronti della comunità LGBTQ+.

Uno dei più grandi ostacoli per le persone trans ucraine è costituito dai documenti necessari per lasciare il Paese. Molte donne e uomini trans, infatti, riportano ancora sul loro passaporto il sesso biologico alla nascita e questa incongruenza nei documenti ufficiali espone loro a coming out forzati e al rischio di aggressioni transfobiche (affatto rare prima della guerra e che ora, seppure sia impossibile in questa fase ancora “iniziale” del conflitto reperire dati certi e raccogliere le denunce, con molta probabilità sono sempre presenti se non addirittura aumentate proprio a causa dell’esposizione delle persone a seguito di coming out forzato). 

Due donne trans ucraine hanno dichiarato a Vice che per loro è impossibile lasciare l’Ucraina o anche solo spostarsi al suo interno a causa dei loro documenti di identificazione che riportano la dicitura “maschio” e il “vecchio nome maschile”. Proprio per questo gli attivisti e le attiviste per i diritti umani in Ucraina consigliano di smarrire il proprio documento di proposito per riuscire a lasciare in sicurezza il Paese.

Ad ogni modo, le persone trans ucraine che restano indietro sono migliaia, completamente abbandonate a loro stesse ed isolate in una situazione di estremo – e doppio – pericolo. 

Un’altra donna trans ha dichiarato di essere “terrorizzata” all’idea dei controlli in uscita dall’Ucraina per paura di essere arruolata nell’esercito ucraino “in quanto uomo” (come riporta il suo documento).
Una persona non-binaria ucraina ha così spiegato le sue paure nel lasciare il proprio Paese per altri come la Polonia o l’Ungheria dove la sua identità è ridicolizzata e non riconosciuta: “devo scegliere fra il mio Paese – in cui ho imparato a muovermi – ed un altro Stato totalmente estraneo in cui potrei sentirmi ancora più esclusə ed in pericolo”. 

La crisi umanitaria che ha spinto milioni di persone a lasciare lo Stato sta lasciando indietro le persone trans ucraine, fra i cittadini più fragili ed in pericolo al momento. Queste, infatti, preferiscono rimanere nelle loro abitazioni anche quando restano le uniche persone in tutto il quartiere ed intorno a loro infuriano le bombe e gli scontri a fuoco pur di non rischiare di subire aggressioni transfobiche, di venir arruolati forzatamente oppure di dover scappare in un Paese in cui la loro esistenza sarebbe comunque in grave pericolo.

Zi Faámelu è una di loro: donna trans di 31 anni di Kiev. È una musicista apparsa più volte sulla TV nazionale. Aveva già in mente di lasciare il Paese prima della guerra, ma il suo passaporto è sempre stato d’impedimento. Mentre aspettava alcuni documenti importanti dall’ospedale per il cambio di sesso, il conflitto è scoppiato e il medico incaricato di rilasciare la documentazione ha rifiutato improvvisamente di aiutarla. Non potendo abbandonare il Paese si è quindi rifugiata in casa sua mentre il resto della cittadinanza ha abbandonato la sua zona, stringe a sé un coltello come unica difesa personale dai pericoli che potrebbero arrivare dall’esterno.

Le persone trans ucraine possono ottenere il riconoscimento legale del proprio genere, ma la procedura di ottenimento è stata definita “abusiva” da un report di Human Rights Watch in quanto “viola i diritti alla privacy e all’integrità fisica”. 

Alla domanda sul perché non abbia cambiato prima il genere nei documenti, Faámelu ha risposto che il procedimento in Ucraina è “umiliante” e che ha visto persone costrette “in istituti mentali per mesi per esami psicologici e fisici a riprova del loro genere”. Ha inoltre dichiarato: “È molto pericoloso per me in quanto persona trans in Ucraina in un giorno normale, quindi ora è impossibile. Molti gay in Ucraina possono mescolarsi con il resto della società ora, ma per le persone trans è impossibile. Ci sono così tanti tratti fisici per cui veniamo attaccate – mento grande, spalle larghe – siamo picchiati, siamo uccisi. Abbiamo bisogno di uscire subito, ma non possiamo nemmeno lasciare i nostri appartamenti”. 

Faámelu ha anche parlato di minacce ad altre persone trans da parte di individui che circolano liberamente armati: “Ora ho ancora più paura di essere in Ucraina perché tutti hanno una pistola. I miei aggressori hanno una scusa per portare avanti il loro odio e la loro violenza. La gente sa dove vivo. Ogni suono fuori è spaventoso.” e aggiunge “Le persone trans ora si sentono dimenticate, trascurate, abbandonate. Al momento siamo davvero invisibili. Abbiamo bisogno delle Nazioni Unite, delle organizzazioni per i diritti umani. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a farci notare.

Le persone LGBTQ+ ucraine vivevano in condizioni di rischio e pericolo ben prima dell’arrivo dei russi. Le aggressioni basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere sono frequenti e i cittadini ucraini dicono che la polizia resta semplicemente a guardare

Circa un mese fa un centro sociale LGBTQ+ di Kharkiv è stato vandalizzato con minacce di morte e scritte riportanti passi biblici. L’attacco si è verificato poco dopo che il centro era stato rimesso in sesto a seguito di un precedente atto vandalico. In questo clima non sorprende che le persone trans ucraine ritenevano la loro vita “indegna di essere vissuta” già prima del conflitto e ora la situazione non è che peggiorata per loro.

Senza documenti, senza via di fuga, senza una rete di supporto alle loro spalle, le persone transgender dell’Ucraina sono fra le più vulnerabili ed esposte ai pericoli in corso nel Paese.

Per questa regione è importante dare visibilità e risalto alle iniziative in supporto della popolazione trans e queer ucraina.

Large Movements si stringe attorno a tutte le attiviste e gli attivisti al lavoro per portare in salvo e proteggere le persone LGBTQ+ rimaste bloccate in Ucraina.
Il loro lavoro è importante e prezioso, ecco perché hanno bisogno di un supporto da tutti noi, ognuno nel suo piccolo: tramite una donazione, se si può, o più semplicemente condividendo questo articolo e le raccolte di fondi per l’Ucraina. 

Ogni contributo è valido, insieme possiamo avere un impatto positivo sulla vita delle persone queer ucraine che ora più che mai lottano per la loro sopravvivenza.

Di seguito, alcune iniziative in favore di persone trans e queer ucraine col link per donare: 

  1. Forbidden Colours – Ong europea che sostiene organizzazioni che accolgono profughi ucraini LGBTQ+ in Polonia, Romania e Ungheria;
  2. Rain Dove Fundly – Iniziativa dellə modellə e attivistə Rain Dove sulla piattaforma Fundly per supportare famiglie e persone LGBTQ+ bloccate in Ucraina;
  3. Insight – Ong ucraina che dal 2008 offre molti servizi per persone LGBTQ+ quali: creazione di rifugi, consegna di ormoni e medicine, trasferimenti in luoghi più sicuri; 
  4. Gender Z – Organizzazione che ha sede a Zaporižžja e si occupa di fornire aiuto e supporto alle persone LGBTQ+ che hanno deciso di non lasciare il Paese; 
  5. Teenergizer – Organizzazione nata da un gruppo di adolescenti che si batte per i diritti dei giovani contro ogni discriminazione ed in supporto delle persone con HIV; 
  6. Fulcrum – Ong ucraina che fornisce supporto alle persone LGBTQ+ in Ucraina organizzando evacuazioni da Kiev e Kharkiv e da altre città sotto attacco verso Leopoli.

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