Neza-Chalco-Itza, conosciuta anche come Neza o Nezahualcóyotl, si trova nell’angolo nord-est di Città del Messico, in Messico, ed è tra i 10 slum più grandi del mondo, posizionandosi al primo posto con 4 milioni di abitanti stimati.
Questo slum prende il nome da Nezahualcoyotl, poeta Acolhua e signore di Texcoco, e in Nahuatl significa “coyote che digiuna“. Neza è sorta sul letto del lago Texcoco, prosciugato dal governo all’inizio del XX secolo per vendere le terre ricavate ai privati. L’area venne resa un comune indipendente solamente nel 1963 ed a partire dal 2006 quella che viene conosciuta come Ciudad Neza, insieme a Chalco e Iza, comprende lo slum più grande del mondo.
La storia dello slum più grande del mondo: tra Nezahualcoyotl e Neza-Chalco-Itza
Il drenaggio dei laghi interconnessi della Valle del Massico iniziò nel primo periodo coloniale ed il primo grande progetto per drenare il lago Texcoco, che aveva lo scopo di eliminare le inondazioni croniche che affliggevano Città del Messico, fu iniziato nel 1590. L’area del lago fu però dichiarata proprietà federale solamente nel 1912 e successivamente venne intrapresa l’opera di drenaggio completo del lago. Questa continuò fino agli anni ’30.
Nel 1917, mentre Venustiano Carranza era Presidente del Messico, si cercò di determinare la proprietà legale delle terre che emergevano a mano a mano che la bonifica andava avanti. La maggior parte di queste terre venne dichiarata proprietà federale al fine di essere venduta. Nel 1933 in quest’area venne costruita l’autostrada Città del Messico-Puebla, attorno alla quale iniziarono a sorgere i primi insediamenti. Questi erano privi di infrastrutture o servizi pubblici e le prime opere di adeguamento vennero intraprese negli anni ’40.
Negli anni ’50 la popolazione dell’area crebbe rapidamente perché molte persone provenienti da varie parti del Messico migrarono verso Città del Messico in cerca di opportunità. L’area passò così dai 2 mila abitanti del 1949 ai 40 mila abitanti del 1954 nonostante la totale assenza di molteplici servizi, tra cui l’elettricità. Durante questi anni l’area ottenne uno status amministrativo riconosciuto dallo Stato del Messico ma nel 1959 un gruppo che rappresentava gli orami 33 quartieri della zona protestò per la mancanza di servizi e sufficiente acqua potabile.
A causa dei disservizi il governo messicano decise, il 3 aprile del 1963, di creare il comune di Nezahualcóyotl con Jorge Sáenza Gómez Knoth come primo Presidente comunale.
La conversione dell’area in comune agevolò l’accesso all’acqua degli abitanti e la costruzione di marciapiedi, fogne e lampioni negli anni ’60 e ’70. Tuttavia, la vendita di terreni era legalmente complicata a causa di problemi nella regolamentazione del diritto di proprietà degli stessi. Bisognerà infatti attendere la metà degli anni ‘70 per l’avvio di un primo processo di sistematizzazione di tale diritt, processo che si protrarrà per tutti gli anni ’80 e per parte degli anni ’90.
Oggi, Ciudad Neza è una città tentacolare di oltre un milione di abitanti e che ospita edifici moderni. La città crebbe rapidamente durante gli anni ’80, tanto che divenne necessario istituire un comitato municipale dedicato al controllo della crescita urbana (per capirne la necessità basti pensare che la popolazione ha superato il milione di abitanti nel 1995).
A partire dal 2006, Nezahualcóyotl comprende parte del più grande slum del mondo, insieme a Chalco e Ixta. A Neza-Chalco-Itza la maggior parte della sua popolazione è povera ed è emigrata da altre parti del Messico.
In questo slum il tasso di criminalità è molto alto ed in parte dovuto ai Cholos, bande che si sono formate durante gli anni ’90 sulla scorta delle gang statunitensi. A partire dagli anni 2000 un numero significativo dei nativi di questa città sono emigrati negli Stati Uniti, in particolare a New York, creando una nuova sottocultura nella zona di insediamento.
Vivere a Neza-Chalco-Itza
Neza-Chalco-Itza non viene giudicata positivamente dai residenti della parte più “autentica” di Città del Messico. Seppur Neza si trovi molto vicino alla Capitale messicana, i residenti di quest’ultima la chiamano “Neza York”, richiamandosi alla sue dimensioni tentacolari ed all’alto tasso di criminalità – che l’accomunano alla New York statunitense.
Come accade in altri slum di tutto il mondo, la maggior parte delle persone non gode di alcun diritto di proprietà – né nei confronti della propria abitazione né della terra dove quest’ultima sorge.
Più volte a Neza la comunità si è riunita per riscattare il proprio diritto alla terra e per un alloggio migliore. Qui molte persone vivono in abitazioni con tetti di lamiera ondulata, inadatti al caldo dell’area, e vivono in condizioni deplorevoli. Di fatto lo slum più grande del mondo è composto da tre città. Nezahualcóyotl, Chalco e Ixtapaluca ed è per questo motivo che prende comunemente il nome di Neza-Chalco-Itza.
In questo triangolo amministrativo la maggior parte dei residenti vive ben al di sotto della soglia di povertà nazionale di 117 dollari al mese e per questo motivo la zona è considerata molto pericolosa. Gli abitanti di Città del Messico spesso utilizzano frasi come “attento alla tua roba perché è di Neza” o “i ladri tornano a dormire a Neza”. Gli abitanti di Neza però sovente sono operai, lavoratori di fabbrica, benzinai o sarte le cui uniche richieste sono per la costruzione di scuole migliori e l’aumento delle offerte di lavoro locali. Molti residenti infatti, sono costretti a compiere quotidianamente lunghi spostamenti su mezzi pubblici del tutto inadeguati solo per riuscire a raggiungere la stazione dei treni situata nella punta orientale di Città del Messico, così da poter raggiungere il loro luogo di lavoro.
Spesso Neza-Chalco-Izta è stata descritta come squallida e sgradevole per la sua mancanza di edifici in stile coloniale e per le condizioni in cui vive la popolazione. Nello slum più grande del mondo però, vi è una comunità fiorente e la sua cultura è in continua crescita.
Storicamente in America Latina infatti, la riqualificazione degli slum – in contrapposizione alla loro demolizione ed alla conseguente ricostruzione – è stata una strategia importante per fornire alloggi ai poveri. La divisione in tre comuni di questo slum ha fatto sì che ogni amministrazione potesse utilizzare il proprio approccio per alleviare gli effetti della povertà. Neza-Chalco-Izta di fatto rappresenta un’interessante esperienza di sviluppo dal basso che può servire come modello per altre aree urbane degradate.
Qui molti servizi comunitari derivano dal Centro Culturale Jaime Torres Bodet. Creato nel 1987, questo edificio serve come centro per produzioni musicali, mostre d’arte e corsi di lingue straniere. L’ingresso è gratuito per tutti i visitatori, permettendo una fuga dalla dura realtà dello slum. Neza è anche la sede della Orquesta Sinfónica Infantil y Banda Sinfónica de Nezahualcóyotl creata nel 1998 e composta da 45 membri di età compresa tra i 6 e i 17 anni. Si tratta dell’unica orchestra di questo tipo in tutto il Messico ed ha vinto numerosi premi tra cui il “Premio estatal de la juventud 2002”.
Nello slum inoltre, grande attenzione è stata posta sullo sport grazie allo stanziamento di fondi per la costruzione di strutture per il calcio ed all’organizzazione di leghe sportive giovanili.
Dagli anni ’70 fino alla chiusura nel 2006, Neza ha ospitato la discarica Bordo de Xochiaca, una delle più grandi discariche della Valle del Messico. Durante la sua attività è stata classificata come una delle discariche più sporche del mondo dalla Banca Mondiale, al momento della chiusura si stimava che ricevesse una media di circa 12 mila tonnellate di spazzatura. Negli anni ‘2000 è stato intrapreso un progetto chiamato Ciudad Jardìn Bicentenario per sigillare la discarica, riconvertirla e ricollocare le circa 600 persone che vi lavoravano e vivevano attorno.
Nell’ambito del progetto è stato installato un sistema per monitorare e gestire il metano e gli altri gas prodotti dalla spazzatura in decomposizione. A tal fine sono stati posati 2.500 m di tubi per raccogliere il gas e portarlo in una stazione di estrazione in modo da evitare che si disperda direttamente nell’atmosfera ed impiegarlo invece come combustibile utile a produrre elettricità. L’intero progetto ha richiesto un investimento di 3 miliardi di pesos, con la maggior parte del denaro proveniente dal Grupo Carso guidato da Carlos Slim Helú.
Il pericolo COVID nello Slum di Neza-Chalco-Itza
Ad agosto 2021 vi è stato un nuovo aumento delle infezioni da Coronavirus a Neza-Chalco-Itza. I pazienti con Covid-19 sono stati trasferiti negli ospedali di Citta del Messico a causa della riduzione della disponibilità di letti nei due ospedali pubblici che operano nel comune. Durante la crisi di agosto il sindaco Juan Hugo de la Rosa ha detto che la tendenza dei contagi aveva quasi raggiunto la stessa situazione di emergenza della seconda ondata che si era verificata tra gennaio e febbraio. Neza è il secondo comune più popoloso dello Stato ed a causa della mancanza di centri medici pubblici due terzi della popolazione è stato curato a Città del Messico.
Le istituzioni locali hanno insistito affinché sia il governo federale che quello statale si attivassero per costruire più ospedali nell’area. Secondo il governo municipale di Nezahualcóyotl, ad agosto 2021, 520 mila residenti hanno ricevuto il vaccino contro il coronavirus, 270 mila appartengono alla fascia di età superiore ai 50 anni ed hanno completato il primo ciclo di vaccinazione, mentre 250 mila nella fascia di età 30-49 hanno ricevuto la prima dose.
Nonostante ciò, la frase più pronunciata dalla gente dello slum dall’arrivo dell’ondata pandemica è “morirò di qualcosa”. Anche se si tratta del comune con il più alto numero di casi in Messico, qui la gente è riluttante a seguire le misure di sicurezza per il Coronavirus: le mascherine non vengono messe da tutti, il gel disinfettante non viene usato costantemente ed il distanziamento sociale è inattuato. A Neza-Chalco-Itza domina lo scetticismo e la disillusione.
A causa dell’alta densità, questo comune rappresenta un rischio potenziale molto grande in tutta la zona metropolitana della Valle del Messico. Si pensi che la quarantena, misura raccomandata per evitare il contagio e la diffusione del Coronavirus, può rappresentare l’isolamento di più di sei persone in una casa. Commentando la situazione il sindaco di Neza Juan Hugo de la Rosa ha più volte affermato “abbiamo una percentuale della popolazione che non crede nella situazione”.
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Fonti e approfondimenti
J.L. Baker, Climate Change, Disaster Risk, and the Urban Poor : Cities Building Resilience for a Changing World. Urban Development, Banca Mondiale, 2012.
Habitat for Humanity Great Britain, The word’s Largest Slums: Dharavi, Kibera, Khayelitsha & Neza.
E. Perez, Community and Culture Flourish in Mexico’s Largest Slum, 25 luglio 2016.
E. Wulfhorst, From slum to success story: This is Ciudad Neza, 18 ottobre 2016.
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