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di Rainer Maria Baratti
L’Afghanistan è un Paese colpito da fenomeni naturali estremi, quali terremoti, frane, inondazioni, alluvioni e siccità, che hanno causato la perdita di vite umane e dei mezzi di sussistenza. Secondo la Banca Mondiale questi fenomeni naturali, accaduti soprattutto all’inizio del 21° secolo, hanno mostrato l’estrema vulnerabilità delle comunità afghane agli impatti del degrado ambientale. Tale vulnerabilità è stata amplificata dalle condizioni di conflitto, povertà, malnutrizione e disuguaglianza che hanno afflitto ed affliggono la popolazione. Secondo il report “Climate risk country profile. Afghanistan”
Tra il 17 e il 18 maggio 2021, in quasi 24 ore, circa 8 mila persone sono entrate nell’enclave spagnola di Ceuta, punto finale della rotta del Mediterraneo occidentale, per richiedere asilo in Europa. Lì migliaia di migranti hanno cercato di superare l’unica frontiera che unisce l’Africa all’Europa rischiando l’ipotermia e la morte. Solo nei primi 6 mesi del 2021 sono stati registrati 13.483 arrivi lungo la rotta del Mediterraneo occidentale ma i dati, offerti da FRONTEX e dal Ministero
Secondo il report “Missing migrants” dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM), il Mediterraneo centrale è sempre più mortale a causa dell’assenza delle navi ONG e di navi di ricerca e soccorso dei governi europei. Attualmente, le operazioni di soccorso sono spesso svolte dalle autorità libiche e tunisine e il report evidenzia come, per il secondo anno consecutivo, vi sia un aumento dell’attività dei Paesi nordafricani: sono 23.117 le persone recuperate nei primi sei mesi del 2020, mentre sono 31.500 le persone
Màxima Acuña Atalaya de Chaupe è una contadina peruviana diventata famosa per la sua lotta in difesa dell’ambiente contro l’imponente progetto minerario Conga di proprietà della Newmont Mining Corporation e della compagnia mineraria Buenaventura. Per aver difeso il diritto di vivere pacificamente nella propria terra e per la difesa dell’ambiente e delle lagune presenti nella regione, nell’Aprile del 2016 Màxima Acuña Atalaya de Chaupe ha ricevuto il Goldman Environmental Prize. Per la sua lotta è conosciuta anche come la “Dama
L’intensificarsi della violenza e delle atrocità dell’organizzazione terroristica Boko Haram in Nigeria si è abbattuta più ferocemente sulle donne del paese. I rapimenti e la conseguente schiavitù delle donne da parte di Boko Haram sono costanti e solo il rapimento di quasi 300 studentesse nella città di Chibok nel 2014 ha finalmente attirato l’attenzione dei media internazionali sull’organizzazione terroristica. #BringBackOurGirls: Boko Haram e i rapimenti di donne Nel 2014 Boko Haram controllava la maggior parte dei territori della Nigeria nordorientale.
In Nigeria le violazioni da parte di Boko Haram contro i bambini sono numerose e tra queste vi sono l’uccisione, la mutilazione, il reclutamento forzato, il rapimento, la violenza sessuale e gli attacchi contro scuole ed ospedali. Le Nazioni Unite hanno riscontrato oltre 3.000 violazioni da parte di Boko Haram contro i bambini nel nord-est del paese tra gennaio 2017 e dicembre 2019, tra cui oltre 1.000 bambini uccisi e l’uso di oltre 200 bambini per attacchi suicidi. L’efferatezza del
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